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lunedì 6 settembre 2010

Trilogia della RI-fondazione

In un blog che si chiama "Non di questo mondo" pensavo ci stesse bene questa breve riflessione già pubblicata su Anobii.

Cosa fareste se scopriste grazie a complesse equazioni matematiche che il mondo come lo conoscete sta per finire, non a causa di un cataclisma, ma dell'inarrestabile processo di decadenza della civiltà in cui siete nati? E se questo processo non fosse immediato, ma dovesse durare molte generazioni e molte altre dovessero nascere e morire prima che le sorti dell'umanità possano tornare ad uno splendore ormai morente?
Sareste disposti a impegnare ciò che resta della vostra vita e a chiedere ai vostri successori di dedicarsi alla costruzione di un progetto che nè loro, nè i loro figli, nè i loro nipoti vedranno realizzato, per ridurre le sofferenze di uomini e donne che non conosceranno mai?
In tempi come i nostri, in cui più del risultato conta la velocità con cui lo si raggiunge, in cui il numero delle persone per cui saremmo disposti a cedere un po' del nostro superfluo non supera le dita di una mano, l'epopea asimoviana ci ricorda quanto alto può essere il senso di sacrificio ed altruismo dell'uomo quando questi smette di cercare "verità per terra da maiali" e alza lo sguardo verso le stelle, non già quei punti luminosi lontani e insondabili nel cielo, ma piuttosto quei "mille splendidi soli" che possiamo vedere solo se smettiamo di restare piegati su noi stessi